Colomba classica (di Oscar Pagani)



Una delle più grandi soddisfazioni di avere il lievito madre è poter realizzare ricette importanti come per esempio i cosiddetti grandi lievitati. La colomba è una di queste. A me non è mai piaciuta in effetti, non mi ha mai allettato più di tanto; solo dopo che mi sono lanciata nella sua realizzazione homemade ho capito che in realtà quello che non gradivo era il gusto che hanno quasi tutti i prodotti industriali, aromatizzati con estratti chimici che sanno sempre un po' di saponetta... Ma se compri materie prime di ottima qualità, a partire dalla farina e dalla vaniglia, passando per il burro e le mandorle, è facile che poi si convertano anche gli ultra-scettici, come me!
Questa ricetta di Oscar Pagani per di più è di una bontà assoluta e semplice da fare: lui stesso la chiama "colomba easy" proprio per indicarne la facilità di esecuzione.... perciò se avete in cuore di fare la colomba, questa è la ricetta giusta. 
L'unica condizione per fare un grande lievitato è avere un lievito madre bello attivo, non troppo giovane e curato con attenzione da almeno una settimana (anche con rinfreschi giornalieri). Si può fare anche con il lievito compresso, con tempi di lievitazione più rapidi, però con tempi di conservazione meno lunghi e talvolta meno fragranza. Io preferisco la versione con il lievito madre. Se lo avete, lanciatevi. Se non lo avete, fatevene regalare una piccola porzione da qualcuno che lo cura con amore e lanciatevi. Insomma... si può fare! 
Solo due note riguardo la farina, il burro e le sospensioni. 
La farina: è bene che sia specifica per grandi lievitati. Deve avere una forza di almeno W 360/380. Senza entrare nello specifico, la forza (W) aiuta a formare la maglia glutinica (un reticolato resistente ed elastico dell'impasto) utile per una lievitazione ideale e una resa, anche in cottura, perfetta. Ve ne sono di ottime vendute on-line da mulini ormai lanciati nell'e-commerce. Ammetto che non è facile trovarle al supermercato, ma ormai compriamo tutto on-line, perché non anche qualche chilo di farina tecnica?
Il burro: è necessario che sia prodotto non come derivato dalla lavorazione del formaggio, perché ha una percentuale di grassi dell'82% minimo ed è quello che serve per un grande lievitato. In genere i burri italiani sono quasi tutti derivati dalla lavorazione del formaggio, ma ve ne sono anche di alta qualità con l'82% di massa grassa. Il burro con queste caratteristiche deve derivare da panna ottenuta da latte fresco. Non è difficilissimo trovarlo. Anche i discount oramai l'hanno.
Le sospensioni: in genere si suggeriscono secondo tradizione  arancia e/o cedro canditi. La quantità consigliata generalmente oscilla tra i 150 e i 200 gr per chilo, a seconda della ricetta. Se preferiamo ai canditi delle gocce di cioccolato, consideriamo un 30% in meno della quantità indicata nelle ricette perchè il cioccolato tende ad asciugare un po' l'impasto. 
Inoltre è preferibile tagliare a cubettini una tavoletta di cioccolato fondente di ottima qualità piuttosto che acquistare le pepite in commercio e ricordiamoci di tenere in frigorifero il cioccolato fino all'inserimento nel corso del secondo impasto.
Cominciamo ad impastare...

INGREDIENTI:
(per una colomba da 1 kg)

Primo impasto
200 gr farina 350/360W
56 gr lievito madre
75 gr zucchero semolato
75 gr tuorli
75 gr burro
94 gr acqua

Secondo impasto
Tutto il primo impasto
50 gr farina 350/360W
50 gr zucchero semolato
50 gr tuorli
50 gr burro
5 gr sale fino
1 bacca di vaniglia
150 gr arancia candita

Glassa alle mandorle
(Di Antonio Chiera)
100 gr zucchero semolato
45 gr albume
10 gr farina di mais 
40 gr di amido di mais o riso
50 gr mandorle (oppure 25 gr di mandorle e 25 gr di nocciole)
Zucchero a velo
Mandorle a lamelle

Attrezzatura
Stampo per colomba da 1 kg
Ferri da calza o ferri da panettone
Termometro a sonda 
Impastatrice o planetaria
Cutter
1 sacchetto in plastica alimentare
Alcol 95°

Esecuzione
Una cosa da fare prima di lanciarsi nell'avventura dovranno essere i frequenti rinfreschi del lievito madre per rinforzarlo. Una tabella di marcia ideale per il nostro scopo potrebbe essere iniziare il primo rinfresco la mattina alle 8.00, il secondo dopo 4 ore o comunque al raddoppio e il terzo sempre dopo 4 ore. Nei primi due rinfreschiamo con un rapporto 1:1 tra farina e lievito e 0,5:1 tra acqua e farina. Il terzo prevede di " nutrire" il lievito con il doppio di farina e mettere pari peso di acqua. Mi spiego meglio... io inzio con 10 gr di lievito e mi regolo così:
Ore 8.00 10 gr lievito + 10 gr farina + 5 gr acqua
Ore 12.00. 25 gr lievito + 25 gr farina + 12 gr acqua 
Ore 16.00. 62 gr lievito + 124 gr farina + 62 gr acqua
Ore 20.00. Faccio il primo impasto. 

Se non facciamo doppia o tripla dose avanzerà lievito: mettiamolo in frigorifero, se non prevediamo altre preparazioni nelle prossime 24 ore. Così ben nutrito reggerà diversi giorni benissimo.

Considerando che il lievito va tenuto a temperatura ambiente costante, questi sono tempi indicativi perchè il lievito comunque deve raddoppiare il proprio volume prima di fare il rinfresco successivo o avviare il primo impasto, pena il rallentamento della lievitazione nelle fasi successive.
Altro consiglio: nei rinfreschi è bene usare la farina tecnica che si userà nell'impasto.

Per il primo impasto si inizia facendo nella ciotola della planetaria uno sciroppo con acqua e zucchero. Si versa la farina, quindi si avvia la macchina a bassa velocità finché non diventa tenace. Quindi di aggiunge il lievito madre e si fa amalgamare bene. Si versano i tuorli a filo e solo dopo il loro completo assorbimento si aggiunge,in due o tre volte, il burro ammorbidito. Impastare a lungo, ci vorranno circa 20 minuti perché l'impasto risulti liscio, elastico e ben amalgamato.  
Sarà pronto quando farà il velo, cioè tirando la pasta si formerà un sottile strato di pasta che non si rompe, ma anzi sarà trasparente come un velo appunto. Come in foto qui sotto.


Mettere l'impasto su una spianatoia leggermente unta e formare una palla. Prenderne una parte piccolina da mettere in un bicchiere: servirà come spia per valutare la crescita dell'impasto. Anzi, facciamo un segno con un pennarello o poniamo un elastico intorno al bicchiere ad indicare il punto di partenza della lievitazione, così capiremo la sua crescita nelle ore successive.  Il resto va messo in un contenitore molto capiente, capace di ospitare il triplo dell'impasto iniziale. 


Copriamo entrambi i contenitori con un foglio di pellicola alimentare e mettiamo a lievitare a 26°/28°. Non avendo una camera di lievitazione, metto tutto in forno con la sola lucina accesa. (In alcuni forni la lucina riscalda troppo e la temperatura supera i 28°: attenzione che il vostro non sia così. Rischiereste di far morire il lievito, perché il troppo caldo lo uccide).
Quando l'impasto triplicherà il suo volume (quindi se cominciamo la sera alle 20.00, dovremmo trovare la pasta pronta l'indomani mattina, ma comunque aspettiamo che triplichi. Dovrebbero volerci circa 12-14 ore, ma niente di strano che i tempi si allunghino) sgonfiamolo con le mani e mettiamolo almeno mezz'ora in frigorifero per far abbassare la sua temperatura. Io metto anche il braccio a uncino della planetaria 10 minuti in freezer. Una volta freddato, passiamo alla seconda fase, cioè mettere il primo impasto nel cestello della planetaria e gradualmente aggiungere gli ingredienti previsti nella lista del secondo impasto. Si inizia con la farina e si fa andare la macchina fino a sviluppare una buona maglia glutunica, cioè finché l'impasto non è sufficientemente elastico. Aggiungere due terzi dei tuorli a filo e solo dopo il loro totale assorbimento, aggiungere lo zucchero in più riprese. Quando sarà stato ben amalgamato versare il sale, i semi di vaniglia e i restanti tuorli. Infine aggiungere il burro a tocchetti, ben freddo questa volta: l'impasto non deve scaldarsi troppo. Dobbiamo ottenere un composto omogeneo, liscio ed elastico. Solo dopo questa fase si possono aggiungere i canditi. Far amalgamare bene. 

A questo punto rovesciamo l'impasto su una spianatoia leggermente unta e lo lasciamo riposare scoperto per un'oretta, il tempo che parta leggermente la lievitazione e la maglia glutunica si rilassi un po'.

Nel frattempo possiamo preparare la glassa mettendo tutti gli ingredienti in un cutter e tritando grossolanamente. Lasciamola in frigorifero fino all'utilizzo
(volendo si può anche fare il giorno prima e conservare in frigorifero).

Dopo un'ora di riposo si passa alla pezzatura. Si prende 1/3 dell'impasto e si mette orizzontalmente nel pirottino a forma di colomba a formare le ali, i restanti 2/3 saranno il corpo della colomba e si metteranno verticalmente sopra le ali. Poniamo in forno spento con la sola lucina accesa eventualmente e aspettiamo che l'impasto raggiunga i 3  cm dal bordo dello stampo. Potrebbero volerci 5-6 ore. Comunque sempre dobbiamo aspettare che abbia sviluppato bene, riempito tutto lo stampo e sia cresciuto in altezza fino ai 3-4 cm dal bordo almeno.
 A questo punto distribuiamo uniformemente e con molta delicatezza la glassa alle mandorle preparata in precedenza. Dovrà coprire l'intera colomba, lasciando 1-2 cm dai bordi: in cottura tenderà a sciogliersi un po' con il calore ed a colare lateralmente. Spolverizziamo con zucchero a velo e una manciata di mandorle a lamelle.
Scaldiamo il forno a 160° modalità statico e una volta raggiunta la temperatura informiamo nella parte inferiore del forno. 
Ci vorranno circa 50-60 minuti per cuocere uniformemente. Sapremo che è possibile sfornate la colomba quando il termometro a sonda, infilato al centro del lievitato, segnerà 94°. 
Una volta fuori dal forno, infilzare i ferri a 5 cm dalla base del pirottino. Capovolgere la colomba e porla a testa in giù fino al completo raffreddamento.
Tutta questa operazione dovrà essere fatto con delicatezza ma abbastanza in fretta: bisogna evitare che si sgonfi e perda la bella cupola che si è ottenuta in cottura e la sua sofficità. 
Dopo le 12 ore a testa in giù, possiamo confezionare la colomba mettendola in un sacchetto di plastica per alimenti spruzzato con un po' di alcol a 95°: questo eviterà la formazione di muffe. 
Certo.... solo se non si mangia subito! 


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